domenica 9 giugno 2013

Il sogno americano del marinaio Carmine Cennamo, pomiglianese disperso a Matapan.

da Dedicato a Pomigliano d'Arco (Note) Venerdì 8 marzo 2013 alle ore 23.30

Il marinaio della Regia Marina Carmine Cennamo (n. 1919), pomiglianese, accanto al fratello Antonio (n. 1916) nel 1940 nel vico Miano (via Gugliermo Marconi) a Pomigliano.

 1938. Il sogno Americano di un pomiglianese

Carmine Cennamo, un giovane “congegnatore” meccanico pomiglianese,  scrisse nel 1938 (anno XVI dell’era fascista) questa lettera  alla zia che era emigrata in America. La pubblichiamo integralmente senza commenti. La lettera parla da sola. Egli esprime in modo accorato il suo sogno: andarsene in America. Carmine non partì per raggiungere la zia oltreoceano…partì invece per la  guerra come marinaio della Regia Marina. Divenne un cannoniere e fu imbarcato su un Incrociatore per combattere contro la Marina Inglese nel Mediterraneo. Non ritornò più. Fu dichiarato disperso nelle “Acque del Mediterraneo in data 29 Marzo 1941” come risulta  dal documento di conferimento della Croce al merito di Guerra (pubblicato su questa nota). Su questo documento non viene indicato l’Incrociatore su cui era stato imbarcato né vi è l’indicazione delle acque in cui scomparve.
Dalla data risaliamo alla tragica disfatta della Regia Marina Italiana nelle acque di  Capo Matapan (acque dell’Egeo) ad opera della Marina Inglese. Morirono 2300 marinai senza che le navi italiane potessero sparare un colpo. Le navi italiane erano la Nb (corazzata) Vittorio Veneto ed i tre Incrociatori Zara, Fiume e Pola. Carmine era imbarcato su uno di questi incrociatori che furono affondati rapidamente dai siluri inglesi nella notte tra il 28 e 29 Marzo 1941. La Vittorio Veneto, anch’essa colpita, riuscì a raccogliere una parte dei superstiti degli Incrociatori affondati ed a rientrare in Italia. Ci fu una enorme reazione contro la Regia Marina. Ci furono anche accuse di tradimento. Sicuramente gli inglesi sapevano intercettare le comunicazioni italiane e decifrarle. Vi era anche una certa leggerezza nel trasmettere messaggi in chiaro proprio da Supermarina (Stato Maggiore). Gli inglesi avevano i radar che la Regia Marina considerava inutili perché gli “gli Inglesi non avrebbero mai attaccato di notte…” come invece avvenne quella notte. Molta letteratura è stata scritta sulla vergognosa disfatta di Capo Matapan (chi scrive suggerisce la lettura di “Fucilate gli Ammiragli” di Gianni Rocca, Mondadori); noi vogliamo rimarcare solo il modo con cui la Marina Militare ha assegnato la Croce di Guerra a Carmine…lo ha dichiarato “disperso” nelle acque del “Mediterraneo” mentre era imbarcato su un “Incrociatore” (senza indicarne il nome). Sembra che la Marina non voglia ricordare i nomi di luoghi e navi che hanno rappresentato una vergogna italiana.  I 2300 marinai morti, tra cui Carmine, figlio di Pomigliano, hanno reso indelebile il marchio di tale vergogna .
Luigi Iodice 




La lettera del "sogno americano" di Carmine Cennamo. 1938.










Il conferimento della Croce di Guerra a Carmine






l triste rientro della Nb Vittorio Veneto fortemente appoppata. Notare l'aereo ribaltato dallo scoppio del siluro.


l'ultima foto del Pola a capo Matapan, poco prima dell'attacco aereo che lo avrebbe immobilizzato.


Lo Zara mentre fa fuoco, cosa che non accadde a Matapan.


L'incrociatore Fiume in navigazione

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